Corso Ordinario Palombari 2013

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Il momento dell’imbascamento. Con l’applicazione del patch e la pacca sulla spalla, il “rituale” della cerimonia.

Come vi avevo anticipato qualche mese fa, non appena mi era giunta la conferma ufficiale da parte dell’Ufficio Stampa dello Stato Maggiore della Marina Militare, ho avuto il privilegio più unico che raro di poter seguire il corso ordinario palombari del 2013 che si svolge a Le Grazie, provincia di La Spezia, presso la celeberrima base del Com.sub.in.

Così, per 44 settimane sarò a contatto con gli istruttori ed i ragazzi del corso (con buona pace di tutti coloro che dovranno sopportare le mie domande, la mia voglia di provare test fisici ed acquatici, nonché la voglia di immergersi) per poter presentarvi un quadro di come si diventa un palombaro moderno.

Già, perché se qualcosa si sa delle loro attività navigando sul web, grazie ad articoli, fotografie e video su YouTube, spesso si confondo fra loro gli uomini del G.O.S. con quelli del G.O.I. (così come hanno fatto numerose reti televisive italiane ed estere in occasione del naufragio del Concordia) ma soprattutto ancora meno si sa delle selezioni in cui vanno incontro e soprattutto quali siano le prove a cui sono sottoposti lungo tutto l’iter addestrativo.

Una selezione “tostissima” che non guarda in faccia a carenze di organico o al livello medio del gruppo, tanto che negli anni passati si sono registrati corsi con solo 2 o 4 allievi che sono riusciti a conquistare l’ambito basco blu.

Ad oggi, dei 24 allievi che hanno fatto domanda ci sono ancora tutti! Già, perché il corso è iniziato il 28 di gennaio e gli allievi hanno già superato le prime due settimane, quelle dove tradizionalmente vengono “falciati” il numero maggiore di aspiranti.
Un record, a detta degli istruttori.

Sul piano fisico e acquatico bisogna ammettere che i ragazzi sono giunti davvero preparati e motivati, con gli standard di base richiesti già tranquillamente posseduti di background.

E anche il sottoscritto si è difeso bene! 🙂 Da 25 allievo aggiunto in part-time, ho passato con un buon tempo la corsa, appena sufficiente sul piegamento braccia (sulle quali smarco visita dalla 3 media) e sulle trazioni alla sbarra, “rimandato” soltanto sulla salita del “canapone” che provavo a salire per la prima volta in vita mia…per concludere con le prove acquatiche, nella storica vasca Panerai, dove sono riuscito a portare a termine tutti gli esercizi con successo!

Insomma..nel complesso “abile ed arruolato”, come si dice in questi casi. Ma questo è solo una parte del duro lavoro richiesto. Infatti, molti dei 24 ragazzi sono già stati allievi negli anni precedenti, “bocciati” ad un passo dal successo, vuoi per infortuni fisici, impreparazione ai test o ancora per colpa di un crollo psicologico.

Sveglia all’alba per fare l’attività fisica quotidiana fatta di corsa e ginnastica, uscite in mare con prove via via più complicate e selettive, pomeriggi passati in aule studio per apprendere nozioni di fisica, medicina subacquea ed iperbarica, tecnica di immersione, etc. etc. Un iter uguale tutti i giorni, dal lunedì al venerdì che si conclude con l’immersione notturna.

Uno stress fisico e psicologico che mette in crisi anche i più allenati e preparati, ma è proprio questo che si misura: la resilienza, ovvero la capacità di andare oltre le difficoltà ordinarie, cercando di fare dell’evento straordinario se non l’ordinario, qualcosa che ci si avvicini.

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