“Di quello di raccoglitori di spugna non ci può essere lavoro peggiore
per un uomo, dico, nessun lavoro che porta con sé più dolore.”
Così scriveva Oppiano, poeta greco, in un poema sulla pesca (Halieutica) dedicato a Marco Aurelio sulli pescatori di spugne.
Chi si immerge in apnea ha ormai la testa piena di cosa sia la skandalopetra e tutta la storia di Haggi Satti, per chi non lo sapesse, (qui) un articolo dell’anno scorso.
Quello che vi vado a raccontare, è l’uscita di domenica scorsa con gli amici de “La Tribù” e di “5 Terre Academy” a San Terenzo (SP).
In ordine sparso sul gommone: Violeta, Marta, Alessandro, il sottoscritto, Ilaria e Flavio..e in posto d’onore ”lei”: la Petra.
11 kg di purissimo marmo di Carrara, sapientemente sagomato al fine di essere il più idrodinamico possibile.
La tensione, benché palpabile, soprattutto tra i “novizi” Violeta e Flavio era tangibile, anche perché ipotizzare di scendere negli abissi con una pietra…se non al collo..tra le mani, non è un’immagine rassicurante.
I primi tuffi quindi sono andati via tranquilli, alla ricerca del corretto assetto e della corretta posizione, ma soprattutto per prendere dimestichezza con il tappanaso.
Le due mani infatti, essendo poste sulla petra, non possono essere portate al naso per compensare, rendendo quindi indispensabile o il “xemixiasma” (ovvero bucarsi i timpani con uno spillone, secondo tradizione) o l’utilizzo del tappanaso.
Ma è bastato poco più di un’ora per trasformare le sensazioni e scoprire la bellezza dell’immersione!!!
E così, levandosi da dosso pinne e mute….ecco scivolare nelle profondità con solo il costume e regalandosi una sensazione di libertà senza pari!
Tutti hanno “conquistato” il fondo, posto a 18 metri di profondità, ma poco importa la quota, conta il piacere di scivolare negli abissi, assaporando, metro dopo metro il blu! #microavventure #SenzaRespiro.