San Vincenzo: Non solo mare…

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Marta dorme, mi vesto in silenzio. Fuori, una debole luce sta sorgendo. “buona!” penso “oggi ci sarà il sole!” La lunga giornata che abbiamo di fronte ha proprio bisogno di bel tempo.

Mi allaccio le scarpe e scivolo fuori dalla stanza dell’albergo facendo il minimo rumore possibile. L’ipod è rimasto dentro, le chiavi, per correre più leggero, pure. Farò senza.

Incomincio a correre lento, sull’asfalto duro, poi, quasi di scatto, inseguendo un pensiero, giro alla prima curva secca sulla destra, risalgo la piccola duna e scendo in spiaggia.

Davanti a me, il mare di San Vincenzo al mattino. Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola […]” diceva Charles Baudelaire, ed è per questo che, ogni volta, ne rimango per un attimo rapito di fronte all’immensità che rappresenta.

Il mare è già più calmo, anche se le onde continuano a venire ad infrangersi sulla spiaggia, dopo essersi arrotolate ed avvinghiate su sé stesse tutta la notte. Un passo dietro l’altro, stando attento a non bagnarmi, salto una conchiglia strappata dal fondo e una velella, venuta a spiaggiarsi sulla battigia.

Un rivolo di sudore mi scende dalla fronte e i battiti sono già alti, so che non è per lo sforzo, quanto per gli stravizi di una cena splendida presso l’agriturismo “Podere l’Agave” di Barbara. “Una bruschetta, giusto un assaggio di pasta, per non parlare dei formaggi e senza nominare i salumi dell’allevamento a metri zero, che poi senza un bicchiere di vino non scendono bene, così come i dolci senza l’assaggio di grappa”, mi fanno “arrancare” peggio che durante una maratona. Ma ne valeva la pena.

D’altronde, mangiare è un modo per fissare i luoghi nella memoria.

Cosa ci faccio a San Vincenzo? Sono qui per un BlogTour: #SanVincenzo14, ospite insieme insieme ad altri 6 blogger da tutta Italia per scoprire le bellezze di un territorio conosciuto e sfruttato per la sua parte marina, ma che nasconde un tesoro archeologico, un percorso di riconversione turistica di un sito minerario, piccole realtà produttive in una logica a km zero, nel rispetto della natura e della bellezza.

Raccontare un territorio non è facile. E per farlo non servono soltanto dei blogger o degli storyteller che vengano da lontano, serve innanzitutto la passione, l’amore per la propria terra e per il proprio lavoro. Solo così si può cogliere l’intensità e la particolarità di un posto. Ed è quello che traspare dalla passione che ci mettono Alessandro e Gilberto, così come tutti gli altri, che vanno sotto il gruppo e l’Hashtag #SanVincenzo4u.

Sono questi i pensieri che mi accompagnano lungo una corsa che diventa sempre meno pesante e sempre più veloce, nella salsedine che, sollevata dal mare, si posa leggera sulla pelle. Blocco il cronometro proprio davanti all’albergo di Gilberto, con un crono abbastanza decoroso, mi levo le scarpe e lascio che le onde finalmente mi raggiungano i piedi e le gambe.

 

Il Golfo di Baratti.

Marta è già pronta. Una doccia veloce e la raggiungo. Gli altri già ci aspettano. Un attimo prima di uscire, pesco dal Trolley maschera, l’asciugamano e costume. “non si sa mai” penso. La mattinata in barca, ospiti dello Yacht Club di San Vincenzo, sino al golfo di Baratti è un’occasione troppo “ghiotta” per non pensare di poterla sfruttare. Almeno per un tuffo in apnea. Lasciando a questo giro, pinne, gav, ed erogatori nel bagagliaio del “pandino”.

Certo, la visibilità sotto il pelo dell’acqua non permette di apprezzare quello che sarebbe un tratto di costa sicuramente poco valorizzato per le immersioni ma che offre per i subacquei una serie di relitti della prima e seconda guerra mondiale davvero interessanti, andando dalla motozattera armata tedesca, adagiata in assetto da navigazione a poco più di una decina di metri, interessante quindi per un percorso in snorkeling, o come il dragamine italiano silurato ed affondato nel 1918, a quasi 23 metri di profondità, sino ai relitti più profondi per immersioni “deep” o “tech” di elevata specializzazione.

Ma qualcosa deve essere lasciato indietro per potersi garantire un ritorno dettato dal desiderio del viaggio e della scoperta.

 

 

Il “Marinaio” di Talani. Visto dall’ igers @buscemarta.

In una lenta fila indiana usciamo, suddivisi in tre barche, dal porticciolo di San Vincenzo. La statua bronzea e spigolosa dello scultore Talani, “il Marinaio” posta sull’ultimo scoglio della diga ci osserva con sguardo pensieroso. Questo marinaio, con i piedi in una tinozza nella quale sguazza un pesce, e con le braccia incrociate sul petto, porta con sé un’espressione degna di uno dei personaggi dei romanzi di Conrad. D’altronde, “il mare non è mai stato amico dell’uomo, tutt’al più della sua irrequietezza” diceva appunto Conrad.

Ci avviciniamo velocemente al Golfo di Baratti e laggiù, le tombe etrusche della cità etrusca e romana di Populonia. Tombe poste fin sul limitare della battigia, mentre sott’acqua, una serie di relitti romani giacciono tutelati dalla Soprintendenza della Regione Toscana.

 

Tomba etrusca.

È nel carico del relitto del Pozzino, una piccola imbarcazione affondata nel 100-140 A.C. scoperto ed esaminato per la prima volta nel 1986 l’incredibile ritrovamento di una valigetta di un medico di allora, probabilmente, di un medico della flotta militare. Anni di ricerche hanno potuto confermare l’esistenza di alcune compresse contenute all’interno della valigetta stessa, arrivando a confermare, dopo analisi e ricerche di laboratorio, che fossero medicamenti per gli occhi, simili a quelli che Plinio il Vecchio descriveva nella sua “Naturalis Historia”.

Rientriamo verso San Vincenzo a tutta velocità, la fame incomincia a farsi sentire e poi si sa, i blogger sono di pancia buona!

Per il pranzo ci aspettano all’agriturismo “SS. Annunziata”, per un giro tra gli uliveti e il frantoio e per me, proveniente addirittura da due famiglie che ebbero un frantoio, è un viaggio soprattutto nella memoria. Ricordi che si fanno più vivi, addentando il pane&olio dell’infanzia e le bruschette di pomodoro…

Grazie allo Studio Giaccardi e Associati per averci coinvolti in questo blogtour, a tutti gli amici e a tutti gli operatori.

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