Le Donne Ama dell’isola di Hèkura, meravigliose sirene che pescano le perle da millenni, le fotografa nel 1954 da Fosco Maraini per la prima volta.
Era da tempo che volevo pubblicare un video su questa comunità di donne pescatrici ma non avevo ancora trovato le immagini che secondo me sottolineavano, con quel tocco di sapiente documentario, la quotidianità e lo stile di vita contrassegnato da un profondo rapporto della cultura con l’ambiente.
Oltre al fatto palese che veri documentaristi sono ormai una vera rarità, soprattutto per quanto riguarda il mondo sommerso, vi è da aggiungere che ormai, come si poteva già presagire dal video di Vailati, la piccola comunità di Hèkura, in cui esclusivamente la popolazione femminile si dedicava da tempi immemori durante il periodo estivo alla pesca dell’awabi (l’orecchia di mare), stava perdendo la propria identità culturale per essere assimilata a quella del restante Giappone.
E oggi, tale pesca, è diventata per lo più una tradizione folkloristica per turisti.
Le prime immagini subacquee delle donne Ama furono raccolte da Fosco Maraini. Una veloce ricerca su Google e scopro che Maraini visitò l’isola di Hèkura nel 1954, fermando su pellicola fotografica e video queste donne.
Da quella esperienza, per la quale fece costruire un apposito scafandro per la cinepresa e per la macchina fotografica, realizzò un documentario oggi perduto e una trentina di foto in bianco e nero che furono pubblicate nel reportage “L’isola delle pescatrici”, edito nel 1960, riscuotendo uno straordinario successo editoriale tanto che si arrivò ad una quarta edizione.
Ma quale fascino emanavo le pescatrici?
È lo stesso Maraini a scriverne in una delle pagine del libro: “Le giovani erano spesso bellissime; i loro corpi gentili e forti scivolavano nell’acqua con la naturalezza di un essere che si trova nel proprio elemento. Ma le anziane, in genere molto meno avvenenti, con le tracce di numerose maternità nel petto, nel ventre o nei fianchi, riempivano di meraviglia e d’ammirazione per la loro bravura.”