Milorad Cavic e Umberto Pelizzari, quando nuoto e apnea si fondono.

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Le Olimpiadi di Londra sembrano lontane ma c’è già chi ci pensa, come il serbo Milorad Cavic, soprattutto se ancora “brucia” una sconfitta sebbene rimediata al fotofinish ad opera dello stellare Michael Phelps.
 
In questi mesi si sono fatti sotto altri pretendenti per quella medaglia d’oro dei 100 metri farfalla, specialmente da quando i costumi High-tech sono stati banditi.
 
Milorad Cavic in questi mesi si sta allenando presso la piscina del complesso Ge.Tur a Lignano Sabbiadoro (UD) e con il suo staff guidato da Andrea Di Nino sta sperimentando nuove soluzioni che vanno dalla consapevolezza del respiro che passa da una maggiore mobilità diaframmatica ad un’evoluzione dell’approccio della virata, soprattutto con “contaminazioni” da altri sport, l’apnea in particolare, visto che senza il super-costume la galleggiabilità si è sensibilmente ridotta.
 

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E ciò non può avvenire senza passare per chi dal pelo dell’acqua scivola invece al sotto di essa, il pluriprimatista mondiale Umberto Pelizzari.
 
Si è svolto nella giornata odierna, grazie anche alla collaborazione dell’istruttore di nuoto e di apnea Alessandro Vergendo, uno stage a porte chiuse,nel quale i due campioni hanno svolto sessioni di allenamento sia a secco che in acqua, soprattutto in vista di quella che dovrebbe essere la rivoluzione nelle discipline veloci: l’eliminazione della fase di respirazione, già introdotta e sperimentata da altri top level tra cui il brasiliano e migliore prestazione stagionale, Cesar Cielo.
 
 

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Questa preparazione a Lignano” – ci dice Milorad – “si sta rivelando sempre più proficua. Oggi grazie ad Umberto Pelizzari abbiamo fatto un buon lavoro sia a secco che in acqua. Questi esercizi,  legati non solo alla respirazione e alla elasticità diaframmatica ma anche ad una adeguata consapevolezza corporea e mentale, si sono rivelati utilissimi, tanto che ho già tolto una respirazione nella vasca dei 50 metri e ho sensazioni positive anche sulla virata”.

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A cui fa eco Umberto Pelizzari “Occasioni come queste  
sono sempre motivanti ed interessanti, soprattutto perché lo scambio di competenze e tecniche è reciproco. Quando una medaglia assume un colore diverso per un centesimo di secondo, tutto diventa importante per limare e limitare gli errori. Nel nuoto la fase subacquea è determinante e questo lavoro migliora anche la gestione della respirazione e ventilazione nella nuotata togliendo tensioni che limitano il movimento”.

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