Può un rospo essere bello? No di certo! Altrimenti non sarebbe stato l’animale più baciato dalle Principesse delle favole! E se nel mondo incantato del “C’era una volta…”serviva come metafora per sostenere che in fondo la bellezza interiore è più bella di quella esteriore e alla fin fine si trasformava comunque in un bel Principe Azzurro, nel mondo reale un rospo rimane brutto e soltanto brutto!
O forse no…esiste forse “Un’eleganza del rospo?” Dal racconto della nostra amica Fiamma Satta (si, proprio lei!!!) così sembrerebbe:
"Una mattina stavo nuotando in piscina ed ero tranquilla nonostante vedessi, immobile sul bordo, un rospo.
Un grande rospo verde smeraldo con il manto rigato da rughe sporgenti puntellate di piccoli rubini rossi. Mi era sembrato subito bellissimo.
Ad un certo punto, il rospo si è tuffato e ha attraversato la piscina, rimanendo leggermente sott'acqua. Era bello il suo nuotare, e io sono rimasta a guardarlo affascinata. Poi il rospo si è arrampicato nuovamente sul bordo e si è allontanato. Un po’ goffo, ma bellissimo.
Quel rospo verde mi ha lasciato addosso una sensazione assai positiva, nonostante appena tre giorni prima, in campagna da un’amica, avessi fatto una scena isterica di paura scendendo dalla macchina. Un rospo scuro, infatti, se ne stava acquattato a mezzo metro da me. Ho sempre avuto una paura tremenda dei rospi. Per non parlare dei gechi, la mia grande, eterna e indistruttibile fobia.
Così, quel grande rospo verde, costellato di rubini mi ha tranquillizzato.
C’è, allora, un luogo della mente dove la paura non abita. In quel luogo si riesce a comprendere che la paura è irrazionale. Le sue cause sono, però, reali, e sono “incastonate” nell’infanzia.
D'altronde, c'è forse qualcosa che non sia “incastonato” nell'infanzia?
"Incastonato" come i piccoli rubini sulla pelle del rospo verde del mio sogno…" (Fiamma Satta).
Di questo bellissimo post mi colpisce in particolare una frase: “Si comprende che la paura è irrazionale”…
Ma davvero la paura è irrazionale? No, essa non è altro che un’emozione primaria. Chi è infatti che non pensa ad alcun pericolo e pertanto non sente la paura? Soltanto l’incosciente, ovvero “colui che agisce senza pensare” come recita il dizionario. Come il dolore, la paura ci avverte con una sorta di “disagio” corporeo attraverso una serie di segnali.
Ma tale sensazione di “disagio” ha un basamento reale oppure no? Sta a noi valutare la situazione di volta in volta mettendone su un piano meramente analitico i dati! D’altronde cos’è la paura?
Per certi versi non è altro che abbandonare il conosciuto per affrontare ed esplorare l’ignoto. Scivolare ad esempio lungo un cavo verso le profondità dell’abisso genera paura.
Sempre. Ma è anche l’elemento che spinge alla verifica delle attrezzature, della nostra preparazione, a non oltrepassare i limiti del nostro corpo. Insomma, la paura, nella persona coscienziosa è parte integrante delle azioni che si compiono.
E talvolta, osservare con occhi diversi la stessa cosa genera emozioni diverse…e anche un rospo può avere così una sua eleganza!